Note di management n° 21
Affermare la cultura della
valutazione nel non profit: è una questione di sopravvivenza.
L’efficienza e la qualità dei
servizi sono requisito necessario per la sopravvivenza di una organizzazione
in un mercato aperto sempre più ampio ed affollato.
A tal fine occorre affermare una cultura
della valutazione, cioè la necessità che le organizzazioni siano
pungolate a praticare la valutazione delle prestazioni e dei risultati dei
loro collaboratori, non concentrandosi però solo sulla valutazione dei
singoli, ma spostando il raggio di azione sulle unità operative (business
units) prese nel loro complesso.
La misurazione/valutazione deve riguardare
ciò che più interessa agli utenti, e cioè la qualità ed efficienza dei
servizi, ossia degli output delle organizzazioni che toccano
direttamente i fruitori, siano essi cittadini o imprese.
Quando qualcosa non funziona
in Italia nessuno si sente mai responsabile individualmente, la colpa è
sempre di qualcun altro o di qualcosa d’altro, e spesso la mancanza di
risorse è il capro espiatorio a cui viene addebitato ogni mal
funzionamento.
La valutazione individuale ha
anche la funzione educativa di diffondere nel nostro Paese l’etica della
responsabilità individuale, e questo non tanto per un motivo di equità
nell’attribuzione di colpe e meriti, quanto soprattutto per un motivo di
efficienza e di efficacia.
La valutazione dell’output è la base
naturale anche per quella dei risultati e delle prestazioni dei singoli, che
gli interessati devono percepire come oggettiva, equa e condivisa. Spetta al
management il compito di attivare gli strumenti – incentivi, valutazioni,
controlli e sanzioni – idonei a trasferire sul personale la domanda di
produttività e qualità espressa dai cittadini-clienti.
Per rappresentare un modello della struttura organizzativa bisogna
dotarsi di strumenti in grado di supportare le attività di modellazione e di
analisi che, partendo dalla semplice mappatura dei processi, arrivano al
supporto completo del modello grazie alla capacità di rappresentare le
interazioni tra i processi, le responsabilità, le strategie e gli obiettivi,
e valutare il raggiungimento delle performance dichiarate.
Già attraverso la
mappatura dei processi si riescono a rappresentare gli attori coinvolti
e ad identificare chiaramente le attività che vengono svolte. Grazie poi
all'analisi dei processi mappati si possono identificare i colli di
bottiglia e le aree su cui intervenire per migliorare le prestazioni
dell'intero processo. Utilizzando infine strumenti di centralizzazione e di
condivisione delle informazioni si riescono a stabilire interazioni e
relazioni di causa-effetto che permettono di valutare l'andamento
dell'intera organizzazione in relazione ai piani strategici definiti,
identificando le criticità e mantenendo un log delle misurazioni e dei
controlli effettuati.
Uno strumento
di pubblico dominio e disponibilità, affermatosi largamente in ambienti
pubblici e privati, profit e non profit di tutta Europa, è il modello
EFQM – European Foundation for Quality Management
.
La metodologia EFQM offre all'organizzazione l'opportunità di
misurare e verificare le scelte strategiche, evidenziare i punti di forza e
le aree di miglioramento, individuare con metodo le priorità di intervento,
rafforzare il percorso verso il miglioramento, confrontarsi con un modello
di riferimento e con le migliori organizzazioni pubbliche e private.
Inteso come applicazione dei concetti
fondamentali del Total Quality Management entro un sistema di
management strutturato, il Modello viene infatti oggi utilizzato da decine
di migliaia di organizzazioni europee ed extraeuropee: aziende, scuole,
organizzazioni sanitarie, servizi pubblici, enti governativi, ong, ecc.
Il Modello comporta il coinvolgimento nel
percorso verso l'eccellenza dei dirigenti e degli operatori in
modo sistematico fornendo linguaggio e strumenti di management comuni ed
agevolando così la condivisione degli esempi di "buona pratica" fra settori
diversi in tutta Europa.
Significativa l’esperienza del Comune di Bolzano
che,
unica Amministrazione
Comunale in Italia, ha ottenuto da
parte dell’EFQM il riconoscimento “Committed to Excellence” al
termine di un processo di miglioramento attestato con visita in loco di un
valutatore EFQM che in data 20/12/2006 ha riconosciuto e certificato
positivamente la validazione finale dell’intero processo.
Il percorso di riconoscimento del
miglioramento continuo delle proprie prestazioni era stato iniziato
dall’Amministrazione Comunale di Bolzano nel 2002 con la revisione
dell'impianto strutturale dell'Ente per macroprocessi, con attività di
formazione EFQM di supporto e con due autovalutazioni
rispettivamente nel 2002/03 e nel 2004 in base ai 9 Criteri del Modello
EFQM. È stato così possibile ricavare un quadro complessivo delle
proprie performance rispetto al Modello di riferimento ed individuare le
aree su cui intervenire, impostando un piano di miglioramento sistematico
che ha permesso di identificare i punti di forza e le aree di attenzione.
E’ di tutta evidenza che le non profit
italiane si sono più impegnate finora a fare lobbying
sugli enti locali, a lavorare da sole o a gestire partnership
strumentali per l’aggiudicazione dei bandi piuttosto che a legittimarsi in
termini prestazionali e coinvolgersi con più ampi pubblici facendo
partnership “di sistema”, dove il confronto, soprattutto se allargato
all’Europa, è obbligato e spesso per noi italiani penalizzante.
Occorre quindi un forte impegno dei
dirigenti in una attività di management quotidiano che:
-
individui
le strategie e le operazioni necessarie per raggiungere determinati
obiettivi finanziari ed economici;
-
governi le diverse modalità operative in
chiave di processo che crea valore
-
controlli la gestione in termini di
costi/ricavi (conto economico riclassificato) ed entrate/uscite
(cash-flow);
-
provveda alla gestione delle risorse
umane, con attività di comunicazione e di relazione interpersonale
finalizzate al reclutamento, motivazione, formazione e crescita
professionale delle risorse umane (people raising).
Un impegno che richiede non solo
applicazione e dedizione, ma anche attitudini manageriali e
professionalità, tecniche e strumenti di gestione
adeguati, orientamento ai risultati ed al miglioramento.
Roma, Settembre 2007
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